Il 1 Novembre la Chiesa Santa di Dio celebra la grande solennità di tutti i santi. È una festività che affonda le sue radici nei primi secoli della storia cristiana. Già sul finire del II secolo troviamo una vera e propria venerazione dei santi. All’inizio, i santi martiri, ai quali ben presto furono assimilati gli apostoli, testimoni ufficiali della fede. Dopo le grandi persecuzioni dell’Impero romano, diventano gradualmente oggetto di venerazioni uomini e donne che hanno vissuto in modo bello, eroico la vita cristiana. Da IV secolo almeno, come si apprende da uno scritto di san Basilio (c. 329-379), si era stabilito l’uso tra diocesi vicine di scambiarsi le reliquie dei martiri e di mettere in comune le feste. Con le persecuzioni di Diocleziano (244-313), inoltre, il loro numero era aumentato a tal punto che non bastavano più i giorni dell’anno per commemorarli in date separate; così in Oriente nacque l’idea di una memoria liturgica generale, che veniva celebrata la prima domenica dopo la Pentecoste o il 13 maggio (le attestazioni più antiche riguardano Antiochia ed Edessa). Le due date si diffusero anche nell’Occidente (il 13 maggio 609, in particolare, il Pantheon fu trasformato in basilica cristiana e dedicato alla Madonna con il nome di Sancta Maria ad Martyres), fino a quando nell’835 Gregorio IV fece spostare definitivamente la celebrazione all’1 novembre. La solennità cade verso la fine dell’anno liturgico, quando la Chiesa tiene fisso lo sguardo al termine ultimo, e già pensa a quanti hanno varcato le porte del Cielo e ci hanno preceduto verso la Gerusalemme celeste verso cui siamo tutti incamminati. È proprio da questa intima unione tra Cielo e terra, riconciliata da Cristo, che splende quella meravigliosa verità di fede definita la ‘Comunione dei santi’. Il Catechismo della Chiesa cattolica afferma chiaramente che tale comunione «ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla fonte e dal capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso popolo di Dio» (CCC 957). Dalla comunione tra la Chiesa trionfante in cielo e la Chiesa militante, pellegrina sulla terra, deriva la certezza che i santi continuano a prendersi cura di noi dal Paradiso, in modo perfino più efficace di quanto non facessero già in terra. Nell’economia della salvezza è perciò importante pregarli: «La loro intercessione – insegna sempre il Catechismo – è il più alto servizio che rendono al disegno di Dio. Possiamo e dobbiamo pregarli di intercedere per noi e per il mondo intero» (CCC 2683).
Buona festa dei Santi a tutti!