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Progetti nazionali di enti del Terzo Settore, contributi dal Ministero del Lavoro

22.7 milioni disponibili per progetti degli enti del Terzo Settore: domande da presentare  entro le 20 del 22 ottobre. Si tratta dei fondi ex articolo 2 del Codice del Terzo Settore (decreto legislativo 117 del 2017).

Come spiega l’Avviso 2/2024 del Ministero del lavoro, i progetti devono avere un costo previsto tra 250.000 e 600.000 euro. Se si tratta di progetti presentati da Fondazioni, il contributo ministeriale non potrà superare il 50% del totale.

Tra i criteri adottati per assegnare il contributo: esperienza maturata nel triennio precedente, numero di regioni coinvolte, risorse umane coinvolte, percentuale di cofinanziamento.

L’allegato all’Avviso 2/2024 elenca le aree di intervento in cui possono svilupparsi i progetti da candidare. Tra le tantissime diverse aree possibili, declinazioni delle azioni dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ne elenchiamo alcuni che potrebbero essere di particolare interesse per gli enti Uneba:

  • anticipare e individuare situazioni di fragilità e di bisogno che possano coinvolgere anche fasce di popolazione particolarmente esposte (ad esempio: minori, anziani soli, persone non autonome in situazioni di precarietà economica, ecc.);
    realizzare azioni di responsabilizzazione e di coinvolgimento attivo dei beneficiari finali (welfare generativo), al fine di aumentare il rendimento degli interventi attuati a beneficio dell’intera comunità;
  • contrastare condizioni di fragilità e di svantaggio della persona al fine di intervenire sui fenomeni di marginalità e di esclusione sociale;
    contrastare le solitudini involontarie specie nella popolazione anziana attraverso iniziative e percorsi di coinvolgimento attivo e partecipato;
  • sostegno all’inclusione sociale, in particolare delle persone con disabilità e non autosufficienti;
  • contrasto alle solitudini involontarie specie nella popolazione anziana attraverso iniziative e percorsi di coinvolgimento attivo e partecipato;
  • accrescimento della consapevolezza per l’abilitazione e lo sviluppo delle competenze per favorire l’autonomia delle persone con disabilità grave e una migliore gestione della vita quotidiana, anche attraverso tirocini per l’inclusione sociale;
  • promozione della domiciliarità come approccio nell’erogazione dei servizi di cura territoriali.