Massa 22 Novembre 2024. Convegno “Adolescenti con disturbi psichiatrici complessi: percorsi e strategie di cura dall’ambulatorio alla residenzialità”.

In Italia, circa 2 milioni di bambini e ragazzi, quindi 1 minore su 5, è affetto da un disturbo neuropsichiatrico. Secondo i dati dell’OMS, a livello mondiale tra il 10 e il 20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi mentali e il 50% delle patologie psichiatriche insorge prima dei 14 anni. Una parte di questi adolescenti presenta dei disturbi psichiatrici complessi, disturbi che spesso rendono scarsamente efficaci gli interventi disponibili.

In una società che espone l’esistenza umana ad una condizione di incertezza e instabilità senza precedenti ed in cui il rapido cambiamento è l’unica certezza, anche l’epidemiologia e le manifestazioni cliniche dei disturbi neuropsichiatrici in età evolutiva sono in continuo mutamento.

In questo scenario l’appropriatezza dell’intervento, quindi la valutazione dell’intervento giusto nel setting di cura appropriato, diventa l’elemento fondamentale che deve guidare l’operatore sanitario nelle scelte di trattamento.

La neuropsichiatria infantile spesso rappresenta in questo ambito la prima e più importante possibilità di intervento tempestivo e mirato affinché si possa modulare positivamente le traiettorie di sviluppo, riducendo l’impatto della psicopatologia sui minori di oggi, sull’adulto di domani e sulle loro famiglie.

Questa giornata ha l’obiettivo di affrontare queste tematiche partendo dall’analisi critica dei dati epidemiologici, le nuove emergenze cliniche psicopatologiche per poi analizzare i vari livelli e setting di intervento.

Ci sarà spazio per approfondire le strategie di intervento più appropriate e le metodologie di lavoro più indicate nei vari contesti di cura.

La giornata si concluderà con una tavola rotonda in cui sarà possibile analizzare le prospettive future, le criticità del fare rete e della prevenzione.

Nuovo Accordo Stato Regioni in materia di salute e sicurezza

Con nota del 13 maggio 2024, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato la bozza del nuovo Accordo Stato Regioni sulla formazione per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ai sensi del D.L. 9 aprile 2008, n. 81.

Parliamo del nuovo Accordo-Stato Regioni (ASR) sulla formazione in materia di salute sicurezza, che va ad aggiornare il precedente accordo del 2011.

Ci sono voluti ben due anni per arrivare alla bozza definitiva, ora si attende la pubblicazione, prevista nel prossimo periodo. Questo decreto prevede nuovi obblighi formativi e presenterà dei cambiamenti rispetto al passato.

Uneba Toscana vi aggiornerà sugli sviluppi della normativa di settore che riguarderà tutte le nostre strutture e le aziende in generale.

Commemorazione dei defunti

Dopo aver celebrato la solennità di tutti i santi la Chiesa Santa di Dio ci propone il 2 Novembre la commemorazione dei fedeli defunti.Già nel II secolo ci sono testimonianze che i cristiani pregavano e celebravano l’Eucaristia per i loro defunti. All’inizio il terzo giorno dalla sepoltura, poi l’anniversario. In seguito il 7° giorno, il 30°. L’anno ufficiale è il 998, quando l’abate Odilone di Cluny (994-1048) rese obbligatoria, in tutti i monasteri sottoposti a lui, questa memoria del 2 novembre.

La commemorazione dei fedeli defunti non deve far pensare a qualcosa di simile ad un mero ‘ricordo umano’. Cristo, infatti, ha vinto per sempre la morte con la sua Resurrezione ed ha fatto nuove tutte le cose: la morte non ha più la sua vittoria! In questa dimensione del mistero torna a risplendere quella verità di fede chiamata la ‘Comunione dei santi ‘ che unisce – in Cristo – i membri della Chiesa trionfante con quelli della Chiesa purgante e della Chiesa militante sulla terra. I fedeli della Chiesa militante sono già in cammino verso la Gerusalemme celeste e appartengono allo stesso popolo rendento da Cristo sulla Croce. Coloro che ci hanno anticipato in Cielo non sono lontani da noi: appartengono tutti alla comunità degli uomini e alla Chiesa, sia quelli che sono morti nell’abbraccio di Dio, come pure tutti coloro dei quali solo il Signore ha conosciuto la fede.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci ricorda infatti che: ‘Fino a che il Signore non verrà nella sua gloria e tutti gli angeli con lui e, distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte le cose, alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri che sono passati da questa vita stanno purificandosi, altri infine godono della gloria contemplando “chiaramente Dio uno e trino, qual è” : Tutti però, sebbene in grado e modo diverso, comunichiamo nella stessa carità di Dio e del prossimo e cantiamo al nostro Dio lo stesso inno di gloria” (Catechismo, punto 954).”L’unione quindi di coloro che sono in cammino coi fratelli morti nella pace di Cristo non è minimamente spezzata, anzi, secondo la perenne fede della Chiesa, è consolidata dalla comunicazione dei beni spirituali” (Catechismo, punto 955).

“A causa infatti della loro più intima unione con Cristo, i beati rinsaldano tutta la Chiesa nella santità […]. Non cessano di intercedere per noi presso il Padre, offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini. […] La nostra debolezza quindi è molto aiutata dalla loro fraterna sollecitudine” (Catechismo, punto 956).

“Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo” (Catechismo, punto 1030).

“La Chiesa chiama purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt’altra cosa dal castigo dei dannati” (Catechismo, punto 1031).

Preghiamo per i fedeli defunti così come la Chiesa Santa di Dio ci insegna:

L’eterno riposo dona loro Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua,
riposino in pace. Amen

Solennità di tutti i Santi

Il 1 Novembre la Chiesa Santa di Dio celebra la grande solennità di tutti i santi. È una festività che affonda le sue radici nei primi secoli della storia cristiana. Già sul finire del II secolo troviamo una vera e propria venerazione dei santi. All’inizio, i santi martiri, ai quali ben presto furono assimilati gli apostoli, testimoni ufficiali della fede. Dopo le grandi persecuzioni dell’Impero romano, diventano gradualmente oggetto di venerazioni uomini e donne che hanno vissuto in modo bello, eroico la vita cristiana. Da IV secolo almeno, come si apprende da uno scritto di san Basilio (c. 329-379), si era stabilito l’uso tra diocesi vicine di scambiarsi le reliquie dei martiri e di mettere in comune le feste. Con le persecuzioni di Diocleziano (244-313), inoltre, il loro numero era aumentato a tal punto che non bastavano più i giorni dell’anno per commemorarli in date separate; così in Oriente nacque l’idea di una memoria liturgica generale, che veniva celebrata la prima domenica dopo la Pentecoste o il 13 maggio (le attestazioni più antiche riguardano Antiochia ed Edessa). Le due date si diffusero anche nell’Occidente (il 13 maggio 609, in particolare, il Pantheon fu trasformato in basilica cristiana e dedicato alla Madonna con il nome di Sancta Maria ad Martyres), fino a quando nell’835 Gregorio IV fece spostare definitivamente la celebrazione all’1 novembre. La solennità cade verso la fine dell’anno liturgico, quando la Chiesa tiene fisso lo sguardo al termine ultimo, e già pensa a quanti hanno varcato le porte del Cielo e ci hanno preceduto verso la Gerusalemme celeste verso cui siamo tutti incamminati. È proprio da questa intima unione tra Cielo e terra, riconciliata da Cristo, che splende quella meravigliosa verità di fede definita la ‘Comunione dei santi’. Il Catechismo della Chiesa cattolica afferma chiaramente che tale comunione «ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla fonte e dal capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso popolo di Dio» (CCC 957). Dalla comunione tra la Chiesa trionfante in cielo e la Chiesa militante, pellegrina sulla terra, deriva la certezza che i santi continuano a prendersi cura di noi dal Paradiso, in modo perfino più efficace di quanto non facessero già in terra. Nell’economia della salvezza è perciò importante pregarli: «La loro intercessione – insegna sempre il Catechismo – è il più alto servizio che rendono al disegno di Dio. Possiamo e dobbiamo pregarli di intercedere per noi e per il mondo intero» (CCC 2683).

Buona festa dei Santi a tutti!

 

Elena Guerra elevata agli onori degli altari

Oggi 20 Ottobre viene canonizzata da Papà Francesco la ‘Lucchese’ Elena Guerra. Vale la pena conoscere a fondo la vita della beata Elena Guerra, originaria di Lucca, vissuta nel XIX secolo. Una santa profeta, che fece dell’amore per lo Spirito Santo la sua ragione d’essere. “Apostola della devozione allo Spirito”, la definì San Giovanni XXIII nell’omelia della beatificazione, il 26 aprile 1959. Una donna santa ma anche colta,  imparò da sola il latino per poter leggere i padri della Chiesa. Scrisse tredici lettere a Papa Leone XIII. Il risultato furono tre documenti sullo Spirito Santo: il breve Provida matris caritate del 5 maggio 1895, l’enciclica Divinum illud munus del 9 maggio 1897 e l’esortazione Ad fovendum in christiano populo del 1902. Questi documenti rappresentano un momento cardinale dello sviluppo della dottrina cattolica sullo Spirito Santo.

Nata a Lucca il 23 giugno 1835, visse un’infanzia feconda, in una famiglia nobile, ma nota per integrità morale e religiosa. Dei tre figli due sorelline morirono in tenera età, mentre il fratello maggiore, Almerigo, divenne canonico. Come fanciulla di buona famiglia, in un contesto che negava alle figlie femmine di studiare, Elena tuttavia sfuggì al suo placido e sicuro destino, studiando sui libri del fratello, di notte, furtivamente, usando i gusci di noce come lanterna. Ma il suo bisogno di emancipazione divenne immediatamente vocazione, “la fiamma che mi divora per la gloria di Dio e la salvezza delle anime” che provò forte dentro il suo cuore dopo la Cresima e la prima Comunione. Fondatrice della Congregazione delle Oblate dello Spirito Santo, morì l’11 aprile 1914, di Sabato Santo.

I 7 appelli di Uneba alla politica – Documento finale del convegno nazionale di Verona

Nel documento finale del convegno di Verona e richieste che Uneba porta a Parlamento, Governo e Regjoni, e che mette all’attenzione di tutti gli  attori:

  • riconoscimento del prezioso ed insostituibile ruolo sociale degli enti che erogano servizi sociosanitari, in particolare quelli non profit
  • equità e chiarezza, smorzare le differenze tra Regioni
  • costituzione di uno spazio di confronto paritetico permanente fra gli attori pubblici e privati del sistema sociosanitario
  • chiara assunzione di responsabilità in termini di finanziamento dei servizi destinati a persone affette da demenze gravi
  • investimento – finanziario, ma anche culturale – sulle professioni di cura: formazione, riqualificazione sociale, ingressi disciplinati di personale dall’estero
  • progressiva eliminazione delle differenze contrattuali tra diversi comparti del settore sociosanitario, evitando il “dumping”
  • favorire tutte le forme virtuose di collaborazione e di rete

PER GLI APPROFONDIMENTI DAL SITO UNEBA NAZIONALE CLICCA QUI

Uneba Toscana presente al Convegno Nazionale di Verona

Una delegazione di Uneba Toscana partecipa al Convegno nazionale Uneba di Verona del 10 e 11 Ottobre.
Dalla Toscana hanno preso parte il Presidente Uneba regionale avv. Andrea Blandi, la delegazione dell’Opera Card. Maffi, della Fondazione Madonna del soccorso con la Presidenza Uneba di Pisa nella persona dell’avv. Riccardo Novi e del Commissario Uneba Pistoia rag. Paolo Orsucci.
Si è trattato di un convegno interessante dedicato alla fragilità ed alla non autosufficienza che costituirà una sfida grande per il futuro della nostra società.
Al Convegno ha offerto il suo contributo anche mons. Pompili Vescovo di Verona.

Mese di Ottobre, mese del Santo Rosario

La Chiesa, tradizionalmente, dedica i mesi dell’anno ad una devozione particolare che sottopone al popolo santo di Dio.
Il mese di Ottobre,  così bello e ricco di feste mariane, è dedicato al Santo Rosario.
Dalla Luce del Vangelo la Santa Tradizione, la sana Teologia, il Magistero perenne e la stessa vita ed insegnamento di tutti i Santi sbocciati nel gran giardino della cattolicita’ hanno fatto a gara nel raccomandare la recita costante di questa grande e bella preghiera mariana e cristocentrica. Non è possibile riportare in una riflessione come questa neppure una sintesi minimale di quante lodi e ‘raccomandazioni’ sono state fatte a favore di questa grande preghiera che la cristianità porta da sempre nel cuore.
Ci basta qui riportare le parole di un grande santo a noi contemporaneo, San Giovanni Paolo II che dedicò al S. Rosario la Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae: ‘Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio. Quanto fin qui s’è detto, esprime ampiamente la ricchezza di questa preghiera tradizionale, che ha la semplicità di una preghiera popolare, ma anche la profondità teologica di una preghiera adatta a chi avverte l’esigenza di una contemplazione più matura. A questa preghiera la Chiesa ha riconosciuto sempre una particolare efficacia, affidando ad essa, alla sua recita corale, alla sua pratica costante, le cause più difficili. In momenti in cui la cristianità stessa era minacciata, fu alla forza di questa preghiera che si attribuì lo scampato pericolo e la Vergine del Rosario fu salutata come propiziatrice della salvezza. Oggi all’efficacia di questa preghiera consegno volentieri – l’ho accennato all’inizio – la causa della pace nel mondo e quella della famiglia.Mi rivolgo in particolare a voi, cari Confratelli nell’Episcopato, sacerdoti e diaconi, e a voi, operatori pastorali nei diversi ministeri, perché, facendo esperienza personale della bellezza del Rosario, ne diventiate solerti promotori.

Confido anche in voi, teologi, perché praticando una riflessione al tempo stesso rigorosa e sapienziale, radicata nella Parola di Dio e sensibile al vissuto del popolo cristiano, facciate scoprire, di questa preghiera tradizionale, i fondamenti biblici, le ricchezze spirituali, la validità pastorale. Conto su di voi, consacrati e consacrate, chiamati a titolo particolare a contemplare il volto di Cristo alla scuola di Maria. Guardo a voi tutti, fratelli e sorelle di ogni condizione, a voi, famiglie cristiane, a voi, ammalati e anziani, a voi giovani: riprendete con fiducia tra le mani la corona del Rosario, riscoprendola alla luce della Scrittura, in armonia con la Liturgia, nel contesto della vita quotidiana. Che questo mio appello non cada inascoltato! All’inizio del venticinquesimo anno di Pontificato, affido questa Lettera apostolica alle mani sapienti della Vergine Maria, prostrandomi spiritualmente davanti alla sua immagine nello splendido santuario a Lei edificato dal beato Bartolo Longo, apostolo del Rosario. Faccio volentieri mie le parole toccanti con le quali egli chiude la celebre Supplica alla Regina del Santo Rosario: « O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora dell’agonia. A te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo’.

Contributi dal Ministero per Enti del Terzo Settore – Cerchiamo enti Uneba per partecipare al bando

Partecipazione all’Avviso pubblico 2/2024 del Ministero delle politiche sociali che mette a disposizione risorse per fondazioni, associazioni di promozione sociale ed organizzazioni di volontariato ai sensi dell’articolo 72 del Codice del Terzo Settore: ecco un’opportunità di partnership per gli enti Uneba.

L’associato Uneba Toscana Fondazione Madonna del Soccorso, d’intesa con Uneba nazionale, propone l’adesione al suo progetto “Insieme è meglio”, da presentare secondo le regole previste dall’Avviso 2/2024.

Il progetto può assegnare risorse per attività che gli enti svolgono in questi ambiti:
• musicoterapia
• orti sociali
• attività con animali d’affezione
• potenziamento delle attività motorie e di fisioterapia ordinarie
• potenziamento delle attività di animazione ordinarie

Il progetto prevede un cofinanziamento di almeno il 50% per le fondazioni e di almeno il 20% per aps e odv. Il contributo in arrivo dall’Avviso (ovviamente se il progetto presentato venisse approvato) sarebbe quindi al massimo del 50% della spesa complessiva sostenuta, per le fondazioni, e dell’80% della spesa complessiva sostenuta, per odv e aps.

Inoltre, il progetto può assegnare risorse agli enti per l’acquisto di hardware (es. computer, tablet…) e software (programmi)

Come chiedere di partecipare
Compilando il modulo che trovate qui sotto o qui

Entro quando chiedere di partecipare?
Entro le 12 di giovedì 10 ottobre 2024.

Chi può chiedere di partecipare?
Fondazioni, associazioni di promozione sociale ed organizzazioni di volontariato.
Cerchiamo realtà presenti in tutte le regioni d’Italia. Per questo l’appello è particolarmente rivolto alle regioni in cui sono presenti pochi enti non profit associati Uneba. Se si candideranno più enti della stessa regione, non sarà possibile garantire a tutti di partecipare.

Che impegno prendono gli enti se aderiscono al progetto?
Gli enti che compilano il modulo, e che saranno scelti per partecipare al progetto, riceveranno da Fondazione Madonna del Soccorso maggiori dettagli sul progetto stesso e dovranno compilare la dichiarazione di partenariato prevista dall’Avviso

Chi ha la responsabilità della gestione amministrativa del progetto?
Fondazione Madonna del Soccorso

Che ruolo ha Uneba?
Si occupa di far conoscere il progetto agli enti, ma non della sua diretta gestione

A chi scrivere per saperne di più?

a.panicucci@madonnadelsoccorsoets.it