Tutti gli attori del welfare integrato toscano per la prima volta insieme per discutere delle problematiche del settore e fare proposte per risolverle. L’appuntamento è stato per il 7 maggio a partire dalle 9.30 al Cenacolo del Fuligno di Firenze per l’iniziativa “Attacco al Welfare toscano, le analisi e le proposte per salvarlo”, su cui si confronteranno Istituzioni, Associazioni, Cooperative sociali, Imprese del Terzo Settore e Sindacati. Al centro dell’attenzione e della discussione ci saranno i problemi che affliggono il sistema di welfare integrato della Toscana: le difficoltà a tenere insieme la sostenibilità economica e la qualità dei servizi, il ruolo che devono avere le cooperative sociali, gli enti del terzo settore e gli attori del welfare toscano (semplici erogatori di servizi, destinati a comprimere i costi, o soggetti che attraverso politiche attive sociali e del lavoro operano a pieno titolo nel sistema di welfare toscano?), il valore del lavoro sociale e quello di cura, l’innovazione, organizzativa, tecnologica e sociale. L’evento ha visto la partecipazione di coloro che ogni giorno si occupano del welfare integrato e delle loro organizzazioni di rappresentanza, dei coordinamenti e dei sindacati: Centrali Cooperative-Settore Sociale, Coordinamento Gestori RSA, Coordinamento Gestori CdR-RSD, CEART – Coordinamento Enti Accreditati della Toscana, CNCA Toscana – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, CNCM Toscana – Coordinamento Nazionale Comunità per Minori, Coordinamento Pollicino, Sindacati maggiormente rappresentativi di categoria della Toscana.
L’obiettivo è sollecitare le Istituzioni e gli enti pubblici in genere a cambiare rotta, a tracciare una strada sostenibile per tutti che garantisca servizi di qualità ai cittadini e benessere per lavoratori e imprese, a partire dal recepimento dei rinnovi dei contratti di lavoro. Gli organizzatori dell’evento chiedono alle Istituzioni, Regione e ANCI Toscana in primis, se si vuol legittimare lo status di servizi pubblici di diversa qualità a seconda di chi li eroga e, soprattutto, se considerare migliaia di lavoratrici/ori e professioniste/i di categoria inferiore? Si vuol perpetuare il controverso universo delle gare d’appalto e dei bandi pubblici orientato alla logica – più o meno surrettizia – del massimo ribasso, nonostante l’entrata in vigore di un nuovo codice degli appalti che riconosce gli incrementi contrattuali e stabilisce nuove regole del gioco? E cosa dire dell’uso maldestro dello strumento dell'”amministrazione condivisa” che sta completamente snaturando la co-progettazione? Sono state solo alcune delle domande al centro della discussione.